
Pcto, l’alternanza scuola-lavoro è davvero un’opportunità?
- Aumento infortuni: 34.268 segnalazioni all'INAIL nei primi 4 mesi 2025.
- Nel 2024, 9 minorenni deceduti durante il lavoro.
- Nel primo trimestre 2025, 5 decessi PCTO.
L’alternanza scuola lavoro, oggi più precisamente definita come Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (PCTO), è nata con l’intento nobile di colmare il divario tra l’istruzione teorica impartita nelle scuole e le reali esigenze del mondo del lavoro. L’idea di fondo è quella di fornire agli studenti un’esperienza pratica, un’immersione nel contesto lavorativo, che possa arricchire il loro percorso formativo e facilitare il loro ingresso nel mercato del lavoro. Tuttavia, a distanza di anni dalla sua introduzione, emergono sempre più frequentemente voci critiche e denunce di abusi che mettono in discussione l’efficacia e l’etica di questo modello.
Al centro del dibattito vi è la questione dello sfruttamento minorile, una piaga che sembra insinuarsi anche all’interno di un sistema che dovrebbe, invece, tutelare e valorizzare i giovani. Testimonianze di studenti impiegati in mansioni ripetitive, poco formative e spesso in condizioni precarie sollevano interrogativi inquietanti sul ruolo delle aziende, delle scuole e delle istituzioni nel garantire un’alternanza scuola lavoro che sia realmente formativa e non si trasformi in una forma mascherata di lavoro minorile a basso costo. È fondamentale analizzare a fondo le dinamiche che sottendono a questo fenomeno, individuare le responsabilità e proporre soluzioni concrete per ripristinare la dignità e il valore dell’esperienza formativa per gli studenti.
Il caso di Lorenzo Parelli, lo studente friulano tragicamente scomparso durante un’esperienza di alternanza scuola lavoro, ha acceso i riflettori su questa problematica, portando alla ribalta le lacune del sistema e la necessità di un ripensamento profondo. La sua morte ha rappresentato un punto di non ritorno, un monito a non sottovalutare i rischi e le conseguenze di un’alternanza scuola lavoro mal gestita. Da allora, il dibattito si è intensificato, con prese di posizione da parte di studenti, sindacati, associazioni e politici, tutti concordi sulla necessità di riformare il sistema e garantire la sicurezza e la qualità dell’esperienza formativa per gli studenti.
I numeri della crisi: infortuni e decessi
I dati relativi agli infortuni e ai decessi durante i percorsi di PCTO dipingono un quadro allarmante della situazione. Secondo il “Report Statistico ‘Lavoro minorile in Italia: rischi, infortuni e sicurezza sui luoghi di lavoro'”, nel periodo compreso tra il 2019 e il 2024 si è registrato un aumento significativo dei lavoratori di età compresa tra i 15 e i 17 anni. Un dato particolarmente inquietante è quello relativo ai minorenni deceduti sul lavoro: 4 nel 2021, 4 nel 2022, 5 nel 2023, 9 nel 2024 e 3 nei primi 5 mesi del 2025. Questi numeri, forniti dall’Osservatorio morti sul lavoro, testimoniano una drammatica realtà e la necessità urgente di intervenire per tutelare la sicurezza dei giovani lavoratori.
Nel corso dei primi quattro mesi del 2025, l’INAIL ha ricevuto ben 34.268 segnalazioni di incidenti che hanno coinvolto allievi di ogni livello scolastico. Di queste, 770 riguardavano studenti coinvolti nei PCTO. Un ulteriore dato allarmante è quello relativo ai decessi: nel primo trimestre del 2025, si sono verificati 5 decessi di studenti durante il PCTO. Questi numeri evidenziano come l’alternanza scuola lavoro, così come è stata concepita, possa rappresentare un rischio concreto per la sicurezza e l’integrità fisica degli studenti.
Questi dati allarmanti pongono seri interrogativi sull’efficacia dei controlli e delle misure di sicurezza adottate nelle aziende che accolgono gli studenti in alternanza. È evidente che qualcosa non funziona e che è necessario un intervento urgente per garantire la sicurezza e la salute dei giovani lavoratori. Le statistiche degli infortuni e dei decessi non sono semplici numeri, ma rappresentano storie di vite spezzate e di famiglie distrutte dal dolore. È doveroso, quindi, agire con tempestività e determinazione per evitare che simili tragedie si ripetano.
I numeri della crisi devono far riflettere sull’importanza di una formazione adeguata in materia di sicurezza sul lavoro. Gli studenti devono essere consapevoli dei rischi a cui vanno incontro e devono essere in grado di riconoscere e segnalare eventuali situazioni di pericolo. Le aziende, a loro volta, devono garantire un ambiente di lavoro sicuro e salubre, nel rispetto delle normative vigenti. La sicurezza sul lavoro non deve essere considerata un costo, ma un investimento nel futuro dei giovani e della società nel suo complesso. La perdita di una sola vita umana sul lavoro è una sconfitta per tutti e deve essere evitata a ogni costo.
Analizzando più a fondo le statistiche, si scopre che il numero di infortuni e decessi è particolarmente elevato in alcuni settori specifici, come l’edilizia, la meccanica e l’agricoltura. Questi settori, caratterizzati da un elevato rischio di infortuni sul lavoro, richiedono un’attenzione particolare e l’adozione di misure di sicurezza più stringenti. È fondamentale che gli studenti che svolgono attività di alternanza scuola lavoro in questi settori siano adeguatamente formati e supervisionati da personale esperto. La superficialità e l’improvvisazione non sono ammesse quando si tratta della sicurezza dei giovani lavoratori.
Per affrontare efficacemente la crisi degli infortuni e dei decessi durante i percorsi di PCTO, è necessario un approccio integrato che coinvolga tutti gli attori coinvolti: scuole, aziende, istituzioni e studenti. Le scuole devono selezionare attentamente le aziende partner, verificando la loro affidabilità e il rispetto delle normative in materia di sicurezza sul lavoro. Le aziende devono garantire un ambiente di lavoro sicuro e salubre, fornendo agli studenti una formazione adeguata e una supervisione costante. Le istituzioni devono rafforzare i controlli e le sanzioni per le aziende che non rispettano le regole. Gli studenti, infine, devono essere consapevoli dei loro diritti e doveri e devono essere in grado di segnalare eventuali situazioni di pericolo.
La crisi degli infortuni e dei decessi durante i percorsi di PCTO è un problema complesso che richiede un impegno concreto da parte di tutti. Solo attraverso un approccio integrato e una collaborazione efficace tra tutti gli attori coinvolti sarà possibile garantire la sicurezza e la salute dei giovani lavoratori e ripristinare la dignità e il valore dell’esperienza formativa.
È cruciale che l’alternanza scuola lavoro non venga percepita come un’opportunità per le aziende di sfruttare manodopera a basso costo, ma come un investimento nel futuro dei giovani e della società. Solo così sarà possibile trasformare un sistema che oggi presenta numerose criticità in un’opportunità di crescita e sviluppo per tutti.
Il peso di queste tragedie grava sulla coscienza collettiva e impone una riflessione profonda sul valore della vita umana e sulla responsabilità di proteggere i più giovani. È necessario trasformare il dolore in azione, per costruire un futuro in cui il lavoro sia sinonimo di dignità, sicurezza e realizzazione personale.

- 👍 Finalmente un articolo che mette in luce le criticità del PCTO......
- 😡 Il PCTO è solo sfruttamento minorile legalizzato, non ci sono dubbi......
- 🤔 Ma se il problema non fosse il PCTO in sé, bensì......
Sfruttamento legalizzato: le testimonianze degli studenti
Le testimonianze degli studenti che hanno partecipato a percorsi di alternanza scuola lavoro spesso rivelano una realtà ben diversa da quella promessa dai proclami ufficiali. Molti ragazzi si sentono sfruttati, utilizzati come manodopera a basso costo per svolgere mansioni ripetitive e poco formative, senza alcuna reale opportunità di apprendimento e crescita professionale. Queste esperienze negative minano la loro fiducia nel sistema scolastico e nel mondo del lavoro, generando frustrazione e disillusione.
Uno studente racconta di essere stato impiegato per “pulire i bagni dei ristoranti e fare volantinaggio”, mansioni che nulla avevano a che vedere con il suo percorso di studi e che non gli hanno permesso di acquisire competenze utili per il suo futuro professionale. Un altro studente denuncia di aver guidato un muletto e di essere salito su piattaforme aeree senza le necessarie imbragature e il caschetto di protezione, mettendo a rischio la propria incolumità. Queste testimonianze, purtroppo, non sono casi isolati, ma rappresentano una realtà diffusa che deve essere affrontata con serietà e determinazione.
Gli studenti lamentano spesso la mancanza di supervisione da parte dei tutor aziendali e scolastici, che dovrebbero invece svolgere un ruolo di guida e supporto nel loro percorso formativo. Molti ragazzi si sentono abbandonati a sé stessi, senza un punto di riferimento a cui rivolgersi in caso di difficoltà o problemi. Questa mancanza di assistenza e supporto contribuisce ad aumentare il senso di frustrazione e disillusione degli studenti, che si sentono sfruttati e non valorizzati.
Le testimonianze degli studenti mettono in luce anche la difficoltà di far valere i propri diritti. Molti ragazzi temono di denunciare eventuali abusi o irregolarità per paura di ritorsioni da parte delle aziende o delle scuole. Questa paura è comprensibile, ma è necessario creare un clima di fiducia e trasparenza che incoraggi gli studenti a segnalare eventuali problemi e a far valere i propri diritti. Le scuole e le istituzioni devono garantire agli studenti un canale sicuro e confidenziale per denunciare eventuali abusi o irregolarità, senza timore di ritorsioni.
È fondamentale ascoltare le voci degli studenti e prendere sul serio le loro testimonianze. Solo così sarà possibile individuare le criticità del sistema e proporre soluzioni concrete per migliorare la qualità dell’esperienza formativa. Gli studenti non devono essere considerati come manodopera a basso costo, ma come soggetti attivi e partecipi del loro percorso formativo. La loro voce deve essere ascoltata e valorizzata, per costruire un’alternanza scuola lavoro che sia realmente formativa e risponda alle loro esigenze e aspettative.
Il problema dello sfruttamento legalizzato è particolarmente sentito nelle piccole e medie imprese, dove spesso mancano le risorse e le competenze per gestire adeguatamente i percorsi di alternanza scuola lavoro. In queste realtà, gli studenti vengono spesso impiegati per svolgere mansioni semplici e ripetitive, senza alcuna reale opportunità di apprendimento e crescita professionale. È necessario intervenire per sostenere le piccole e medie imprese nell’organizzazione di percorsi di alternanza scuola lavoro di qualità, fornendo loro risorse e competenze adeguate.
Le testimonianze degli studenti mettono in luce anche la necessità di una maggiore attenzione alla sicurezza sul lavoro. Molti ragazzi denunciano di aver svolto attività pericolose senza le necessarie protezioni e senza una formazione adeguata. È fondamentale garantire che gli studenti siano adeguatamente formati in materia di sicurezza sul lavoro e che siano dotati dei necessari dispositivi di protezione individuale. La sicurezza sul lavoro non deve essere considerata un optional, ma una priorità assoluta.
Per contrastare lo sfruttamento legalizzato e garantire esperienze di alternanza scuola lavoro di qualità, è necessario un impegno concreto da parte di tutti gli attori coinvolti: scuole, aziende, istituzioni e studenti. Le scuole devono selezionare attentamente le aziende partner, verificando la loro affidabilità e il rispetto delle normative in materia di sicurezza sul lavoro. Le aziende devono garantire un ambiente di lavoro sicuro e salubre, fornendo agli studenti una formazione adeguata e una supervisione costante. Le istituzioni devono rafforzare i controlli e le sanzioni per le aziende che non rispettano le regole. Gli studenti, infine, devono essere consapevoli dei loro diritti e doveri e devono essere in grado di segnalare eventuali situazioni di pericolo.
Solo attraverso un impegno concreto da parte di tutti sarà possibile trasformare un sistema che oggi presenta numerose criticità in un’opportunità di crescita e sviluppo per i giovani. L’alternanza scuola lavoro deve essere un’esperienza formativa di qualità, che valorizzi i talenti e le competenze degli studenti e li prepari ad affrontare le sfide del mondo del lavoro.
Le testimonianze degli studenti sono un campanello d’allarme che non può essere ignorato. È necessario agire con tempestività e determinazione per contrastare lo sfruttamento legalizzato e garantire che l’alternanza scuola lavoro sia realmente un’opportunità di crescita e sviluppo per tutti i giovani.

Proposte per un futuro più equo
Per superare le criticità attuali e trasformare l’alternanza scuola lavoro in un’esperienza realmente formativa ed equa per tutti gli studenti, è necessario un ripensamento profondo del sistema e l’adozione di misure concrete che coinvolgano tutti gli attori coinvolti. È fondamentale passare da una logica di “quantità” a una logica di “qualità”, privilegiando la selezione di aziende virtuose che offrano percorsi formativi stimolanti e pertinenti al percorso di studi degli studenti. Allo stesso tempo, è necessario rafforzare i controlli e le sanzioni per le aziende che non rispettano le regole e che sfruttano gli studenti come manodopera a basso costo.
Una delle proposte più concrete è quella di creare un albo delle aziende virtuose, che si distinguono per la qualità dei tirocini offerti e il rispetto dei diritti degli studenti. Questo albo potrebbe rappresentare un punto di riferimento per le scuole nella scelta delle aziende partner e incentivare le aziende a migliorare la qualità dei loro percorsi formativi. Allo stesso tempo, è necessario rafforzare la formazione dei tutor aziendali e scolastici, fornendo loro gli strumenti necessari per svolgere al meglio il loro ruolo di guida e supporto agli studenti. I tutor devono essere in grado di individuare le esigenze formative degli studenti, di monitorare il loro percorso e di intervenire in caso di difficoltà o problemi.
Un altro aspetto fondamentale è quello di coinvolgere attivamente gli studenti nella valutazione dei tirocini. Gli studenti devono avere la possibilità di esprimere il loro parere sull’esperienza formativa, di segnalare eventuali criticità e di proporre miglioramenti. Questo può essere fatto attraverso questionari anonimi, feedback diretti o altre forme di partecipazione. La voce degli studenti deve essere ascoltata e valorizzata, per costruire un’alternanza scuola lavoro che sia realmente rispondente alle loro esigenze e aspettative.
È inoltre necessario garantire una maggiore trasparenza nella gestione dei percorsi di alternanza scuola lavoro. Le scuole devono pubblicare sul loro sito web le convenzioni stipulate con le aziende, i progetti formativi individuali degli studenti e i risultati delle valutazioni. Questo permetterebbe alle famiglie e alla comunità locale di avere una visione chiara e completa dell’offerta formativa e di esercitare un controllo democratico sull’operato delle scuole. La trasparenza è un elemento fondamentale per costruire un rapporto di fiducia tra le scuole, le aziende e la società civile.
Infine, è necessario investire nella promozione di una cultura della sicurezza sul lavoro. Gli studenti devono essere consapevoli dei rischi a cui vanno incontro e devono essere in grado di riconoscere e segnalare eventuali situazioni di pericolo. Le aziende devono garantire un ambiente di lavoro sicuro e salubre, nel rispetto delle normative vigenti. La sicurezza sul lavoro non deve essere considerata un costo, ma un investimento nel futuro dei giovani e della società nel suo complesso. La perdita di una sola vita umana sul lavoro è una sconfitta per tutti e deve essere evitata a ogni costo.
Per garantire un futuro più equo e sostenibile per l’alternanza scuola lavoro, è necessario un impegno concreto da parte di tutti gli attori coinvolti: scuole, aziende, istituzioni e studenti. Solo attraverso un approccio integrato e una collaborazione efficace tra tutti sarà possibile trasformare un sistema che oggi presenta numerose criticità in un’opportunità di crescita e sviluppo per i giovani. L’alternanza scuola lavoro deve essere un’esperienza formativa di qualità, che valorizzi i talenti e le competenze degli studenti e li prepari ad affrontare le sfide del mondo del lavoro.
È necessario superare la logica dello sfruttamento e abbracciare una visione più ampia e lungimirante, in cui l’alternanza scuola lavoro sia considerata un investimento nel futuro dei giovani e della società. Solo così sarà possibile costruire un futuro in cui il lavoro sia sinonimo di dignità, sicurezza e realizzazione personale.
Oltre l’alternanza: coltivare il futuro
La discussione sull’alternanza scuola lavoro ci porta a riflettere su un concetto più ampio: l’importanza di un’educazione avanzata che prepari i giovani alle sfide del futuro. Un’educazione che non si limiti alla trasmissione di conoscenze teoriche, ma che sviluppi competenze trasversali, capacità di pensiero critico, creatività e spirito di iniziativa. Un’educazione che promuova l’apprendimento permanente, la capacità di adattarsi ai cambiamenti e di reinventarsi continuamente.
Un aspetto fondamentale dell’educazione avanzata è la personalizzazione dei percorsi formativi. Ogni studente è diverso, ha talenti e interessi specifici che devono essere valorizzati. La scuola deve essere in grado di offrire percorsi formativi flessibili e personalizzati, che rispondano alle esigenze e alle aspirazioni di ogni studente. Questo richiede un ripensamento del modello scolastico tradizionale, con una maggiore attenzione all’orientamento, al tutoraggio e al supporto individuale.
Un’altra componente essenziale dell’educazione avanzata è l’integrazione tra scuola e mondo del lavoro. L’alternanza scuola lavoro può rappresentare un’opportunità preziosa per avvicinare gli studenti al mondo del lavoro, ma è necessario superare le criticità attuali e garantire esperienze formative di qualità. Altre forme di collaborazione tra scuola e mondo del lavoro possono includere progetti di ricerca, stage, visite aziendali, testimonianze di professionisti e la creazione di laboratori didattici all’interno delle aziende. L’obiettivo è quello di creare un ecosistema in cui la scuola e il mondo del lavoro dialoghino costantemente, per formare professionisti competenti e consapevoli.
In definitiva, l’educazione avanzata deve preparare i giovani non solo ad affrontare le sfide del mondo del lavoro, ma anche a diventare cittadini attivi e responsabili, capaci di contribuire al progresso della società. Questo richiede un’educazione che promuova i valori della solidarietà, della giustizia sociale, della sostenibilità ambientale e della partecipazione democratica. Un’educazione che formi cittadini consapevoli dei loro diritti e doveri, capaci di pensare con la propria testa e di agire per il bene comune.
Ricordate, cari lettori, che l’educazione avanzata non è solo una questione di acquisire competenze e conoscenze, ma anche di coltivare la propria umanità. Un’educazione che ci renda più consapevoli, più responsabili e più capaci di affrontare le sfide del futuro con coraggio e determinazione. Immaginate l’alternanza scuola lavoro come un ponte verso un futuro in cui il lavoro non sia solo una fonte di reddito, ma anche un’opportunità di crescita personale e di realizzazione dei propri sogni.