Analfabetismo funzionale nell’era della Conoscenza

L'analfabetismo funzionale è la sfida educativa post-contemporanea per eccellenza in quanto ha delle ripercussioni sulla vita quotidiana. Crea problematiche riguardo l'uso delle tecnologie, la comprensione profonda dei testi e la partecipazione sociale.

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  • L'Italia è tra i paesi con il più alto tasso di analfabetismo funzionale
  • Risultati Prove Invalsi italiano 2025
  • Le didattiche innovative come strumento di comprensione delle nozioni

L’analfabetismo funzionale è la sfida educativa post-contemporanea per eccellenza in quanto ha delle ripercussioni sulla vita quotidiana. Crea problematiche riguardo l’uso delle tecnologie, la comprensione profonda dei testi e la partecipazione sociale.

Analfabetismo funzionale: fenomeno cronico

Il termine analfabetismo tende ad indicare “chi è privo di istruzione”, ma questa definizione è limitata se ci riferiamo ad un tipo particolare di analfabetismo, ossia quello funzionale. L’analfabetismo funzionale si riferisce a soggetti che, pur avendo un’istruzione, non hanno la capacità di comprendere e utilizzare informazioni scritte palesando serie difficoltà nel comprendere il contratto di affitto, di lavoro o di calcolare uno sconto. Questo fenomeno rappresenta un problema cronico per l’Italia nell’era dell’Informazione e della Conoscenza, infatti, risulta tra i paesi industrializzati con il più alto tasso di analfabetismo funzionale orientato ad ostacolare la crescita sia della cittadinanza attiva che della democrazia inclusiva.

Emerge, dunque, una distinzione tra la mera capacità di leggere, scrivere e fare calcoli elementari (analfabetismo funzionale) e la capacità di mettere in pratica tali competenze fondamentali nella vita quotidiana (alfabetizzazione funzionale).

Misure dei livelli di comprensione: le Prove Invalsi

Sono molti gli studi che misurano il livello di comprensione della popolazione in età scolare ed adulta, queste analisi hanno posto l’attenzione sull’utilizzo del linguaggio in modo efficace (literacy). Tale tipologia di linguaggio non è semplice capacità di leggere e scrivere, ma saper comprendere testi, emmagini e grafici da più fonti decodificando e valutando i messaggi per poi decidere. 

Uno dei tanti studi di rilevazione sul livello di comprensione, non solo del testo ma anche di calcolo, sono le Prove Invalsi 2025 somministrate nelle scuole. Dalle ultime indagini delle prove Invalsi di italiano risulta che quasi il 50% degli studenti che frequentano il quinto anno delle scuole secondarie di secondo grado è rientrato nei livelli 1 e 2 del test, risultati molto bassi, che denotano una comprensione del testo approssimativa, basata su frasi brevi, semplici ed immediate.

Analfabetismo funzionale ed educazione digitale

L’analfabetismo funzionale può dipendere da molti fattori quali: il livello di istruzione, le condizioni economiche e sociali, l’accesso a tecnologie digitali fondamentali per usufruire sia dei servizi pubblici sia per comunicare ed informarsi. Una significativa minaccia legata all’analfabetismo funzionale è l’esposizione della cittadinanza a significative manipolazioni e distorsioni come la diffusione meticolosa di fake news (notizie sensazionalistiche prive di fondamento).

Attualmente il cittadino non è solo un utente, non si limita all’accesso di informazioni, ma si determina digitalmente (basti pensare a blog e social network). Acquisisce la consapevolezza di prendere parte alla cosa pubblica, si determina in base all’esigenza di nuovi diritti e alla capacità del “saper fare”.

Pratiche didattiche innovative e buon senso

Donna pensante come superamento di analfabetismo funzionale

Il contrasto all’analfabetismo funzionale è un intento sociale ed educativo che ha come obiettivo la partecipazione attiva dei cittadini mediante competenze socio-emotive e buon senso. In questo caso il “contrasto” deve essere inteso come sinonimo di sviluppo della capacità di applicare consapevolezza e pensiero critico, per navigare in modo sicuro, mediante un’educazione digitale che inizia fin dalle scuole primarie. La scuola, e tutte le istituzioni formative, devono promuovere il buon senso e porre l’attenzione più alla comprensione che alla trasmissione di nozioni promuovendo:

  • Didattiche esperienziali (laboratori, simulazioni)
  • Educazione al pensiero critico (distinzione tra fatti ed opinioni)
  • Collaborazione tra scuola ed enti pubblici/privati
  • Autovalutazione
  • Integrazione tra teoria e pratica
  • Educazione al pensiero creativo, generatore di idee e soluzioni originali.
  • Promuovere la Literacy Digitale come superamento della partecipazione passiva al dibattito democratico.

Le istituzioni scolastiche hanno un ruolo fondamentale nella realizzazione della consapevolezza e del buon senso, elementi fondamentali non solo per migliorare le competenze individuali, ma anche per rafforzare la coesione sociale.

Oggi non basta istruire occorre educare.

Articolo ibrido frutto dell’AI, ma revisionato da un essere umano.(scopri di più)
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Sofia D
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