Infortuni scolastici: siamo sicuri che i nostri figli siano protetti?

L'aumento degli incidenti nelle scuole italiane, con un incremento del 3,3% nelle denunce INAIL, solleva interrogativi urgenti sulla sicurezza e la necessità di misure preventive più efficaci per tutelare gli studenti.

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  • Aumentano del 3,3% le denunce di infortunio, raggiungendo 15.734 casi.
  • La Lombardia registra il 23% delle denunce a livello nazionale.
  • Meno di 15 anni: fascia più colpita, tre quarti infortunati.

L’incremento degli infortuni scolastici: un campanello d’allarme

Nel panorama educativo italiano, si registra un’escalation preoccupante degli incidenti che coinvolgono gli studenti. Le statistiche dell’INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro) del 2025 evidenziano un incremento del 3,3% delle denunce di infortunio rispetto all’anno precedente, raggiungendo la cifra di 15.734 casi. Questo dato, di per sé allarmante, include anche la tragica perdita di cinque vite umane, un aumento rispetto all’unico decesso registrato nel 2024. Analizzando i dati complessivi del 2024, si contano ben 77.883 denunce relative a infortuni occorsi a studenti durante l’attività scolastica. Questi numeri pongono interrogativi urgenti sulla sicurezza all’interno delle istituzioni scolastiche e sulla necessità di implementare misure preventive più efficaci.
La fascia d’età più colpita da questi eventi avversi è quella degli studenti con meno di 15 anni, che rappresentano i tre quarti del totale degli infortunati. Il restante quarto degli incidenti coinvolge studenti di età superiore. A livello regionale, la Lombardia detiene il primato negativo con il 23% delle denunce a livello nazionale. Seguono il Veneto con un valore oscillante tra il 13% e l’11,9% (con un incremento del 22,1% rispetto all’anno precedente), il Piemonte con una percentuale variabile tra l’11% e il 9,9% (e un aumento del 9,3%) e l’Emilia Romagna, con valori compresi tra l’11% e l’11,7% (e una crescita del 16,3%). Questi dati regionali suggeriscono una disomogeneità nella gestione della sicurezza tra le diverse aree del paese, evidenziando la necessità di interventi mirati e coordinati a livello nazionale.
Al di là delle cifre, è fondamentale comprendere le cause di questi infortuni. Sebbene i Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (PCTO), l’ex alternanza scuola-lavoro, non siano la principale fonte di incidenti (circa duemila casi nel 2025), gli infortuni che avvengono durante le attività scolastiche ordinarie, come cadute nei corridoi, nei cortili, infortuni nei laboratori e durante le attività sportive, sono altrettanto preoccupanti. Questo evidenzia una lacuna nella percezione del rischio e nella cultura della sicurezza all’interno delle scuole stesse. L’attenzione deve essere rivolta non solo alle attività esterne, ma anche alla sicurezza degli ambienti scolastici e alla formazione degli studenti sui comportamenti corretti da adottare per prevenire gli incidenti.

Pcto: un’opportunità da non trasformare in rischio

I Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (PCTO), nati con l’obiettivo di avvicinare gli studenti al mondo del lavoro, rappresentano un’opportunità formativa preziosa, ma anche una potenziale fonte di rischio. Gli incidenti che si verificano durante queste attività sollevano interrogativi sulla qualità della formazione in materia di sicurezza e sull’adeguatezza dei protocolli adottati dalle aziende ospitanti. Il caso di Lorenzo Parelli, lo studente diciottenne tragicamente scomparso durante uno stage, ha riacceso il dibattito sull’alternanza scuola-lavoro, mettendo in luce le criticità di un sistema che, in alcuni casi, sembra privilegiare la quantità alla qualità e la produttività alla sicurezza. La morte di Lorenzo ha scosso l’opinione pubblica e ha portato a una riflessione approfondita sui rischi connessi ai PCTO e sulla necessità di garantire la massima sicurezza agli studenti che partecipano a queste attività.

Le voci degli studenti, dei presidi e dei sindacalisti, raccolte in seguito alla tragedia di Lorenzo, evidenziano la complessità del problema e la necessità di un approccio multidimensionale. Da un lato, c’è chi, come il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, sottolinea l’importanza di non demonizzare i PCTO, ma di migliorarli, creando un albo delle aziende certificate e garantendo una formazione adeguata agli studenti. Dall’altro, c’è chi, come Irene Bresciani, coordinatrice della Rete degli studenti medi di Padova, critica aspramente i PCTO, definendoli “ore di sfruttamento“. Serena Turnone, studentessa di Martina Franca, lamenta la mancanza di formazione sulle tutele e sui contratti di lavoro, evidenziando una lacuna formativa che espone gli studenti a rischi maggiori. Queste testimonianze dimostrano che il tema della sicurezza nei PCTO è un tema complesso e controverso, che richiede un dibattito aperto e costruttivo tra tutti gli attori coinvolti. È necessario trovare un equilibrio tra l’opportunità di apprendimento che i PCTO offrono e la necessità di tutelare la salute e la sicurezza degli studenti.
La formazione in materia di sicurezza deve essere parte integrante dei PCTO, non un semplice adempimento burocratico. Gli studenti devono essere consapevoli dei rischi presenti negli ambienti di lavoro e devono essere in grado di adottare comportamenti corretti per prevenirli. Le aziende ospitanti devono garantire la massima sicurezza e devono fornire agli studenti una formazione specifica sui rischi presenti nel loro ambiente di lavoro. I tutor scolastici e aziendali devono collaborare per garantire che gli studenti siano adeguatamente preparati e supervisionati. Solo in questo modo i PCTO potranno rappresentare un’opportunità di crescita professionale e personale per gli studenti, senza compromettere la loro sicurezza.

Percezione del rischio: educare alla sicurezza

La percezione del rischio è la capacità di identificare e valutare i pericoli presenti in un determinato ambiente o situazione. Si tratta di un processo complesso che coinvolge fattori cognitivi, emotivi e sociali. Gli studenti, in particolare, possono avere una percezione del rischio limitata a causa della mancanza di esperienza e di conoscenza dei contesti lavorativi. È fondamentale educare gli studenti alla sicurezza, fornendo loro gli strumenti necessari per riconoscere i pericoli e adottare comportamenti corretti per prevenirli.

L’educazione alla sicurezza deve iniziare fin dalla scuola primaria e deve essere integrata in tutti i percorsi scolastici. Questa educazione deve comprendere una formazione teorica (lezioni sulla sicurezza sul lavoro, sui diritti e doveri dei lavoratori, sui rischi specifici dei diversi settori), una formazione pratica (simulazioni di situazioni di pericolo, esercitazioni di evacuazione, utilizzo di dispositivi di protezione individuale), visite aziendali (per consentire agli studenti di conoscere direttamente gli ambienti di lavoro e i rischi connessi) e testimonianze di esperti (per sensibilizzare gli studenti sull’importanza della sicurezza e sulla prevenzione degli incidenti).
Le aziende che ospitano studenti in PCTO devono fornire una formazione specifica sui rischi presenti nel loro ambiente di lavoro e sui protocolli di sicurezza da seguire. I tutor scolastici e aziendali devono collaborare per garantire che gli studenti siano adeguatamente preparati e supervisionati. È necessario definire standard minimi di sicurezza per tutte le aziende che ospitano studenti in PCTO e creare un albo delle aziende certificate, ovvero un elenco di aziende che hanno dimostrato di rispettare gli standard di sicurezza e di fornire una formazione adeguata agli studenti. È importante aumentare il numero di tutor e fornire loro una formazione specifica sulla sicurezza sul lavoro. È utile stipulare un’assicurazione integrativa per gli studenti che partecipano ai PCTO, per coprire eventuali danni non coperti dall’assicurazione INAIL.

Promuovere una cultura della sicurezza: un impegno collettivo

La promozione di una cultura della sicurezza è un obiettivo che richiede un impegno congiunto di scuole, aziende, istituzioni e studenti. È necessario superare la logica degli adempimenti burocratici e promuovere una cultura della prevenzione, basata sulla consapevolezza dei rischi e sull’adozione di comportamenti responsabili. Le scuole devono investire nella formazione dei docenti in materia di sicurezza e devono integrare l’educazione alla sicurezza in tutti i percorsi scolastici. Le aziende devono garantire la massima sicurezza negli ambienti di lavoro e devono fornire agli studenti una formazione specifica sui rischi presenti nel loro ambiente. Le istituzioni devono definire standard minimi di sicurezza per tutte le aziende che ospitano studenti in PCTO e devono vigilare sul rispetto di questi standard. Gli studenti devono essere consapevoli dei propri diritti e doveri in materia di sicurezza e devono segnalare eventuali situazioni di pericolo.

Solo attraverso un impegno congiunto di tutti gli attori coinvolti sarà possibile ridurre il numero di incidenti scolastici e promuovere una cultura della sicurezza consapevole. La sicurezza degli studenti deve essere una priorità assoluta, un valore non negoziabile.

Quale Futuro per l’alternanza e la Sicurezza?

L’educazione avanzata, specialmente nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro e degli stage curricolari, non può prescindere da una solida base di consapevolezza dei rischi e di cultura della sicurezza. Un approccio di educazione avanzata consiste nell’integrare la formazione sulla sicurezza non come un modulo aggiuntivo, ma come un elemento trasversale a tutte le discipline. Questo significa che, oltre alle nozioni tecniche e pratiche, gli studenti devono essere formati a riconoscere, valutare e gestire i rischi in modo autonomo e responsabile.

Una nozione avanzata di educazione consiste nell’utilizzo di strumenti didattici innovativi, come la simulazione di realtà virtuale e aumentata, per ricreare ambienti di lavoro e situazioni di emergenza in modo sicuro e coinvolgente. In questo modo, gli studenti possono sperimentare concretamente i rischi e imparare a reagire in modo efficace.

La tragedia di Lorenzo Parelli e i dati allarmanti sugli infortuni scolastici ci ricordano che la sicurezza non è un costo, ma un investimento nel futuro dei nostri giovani. Dobbiamo impegnarci tutti, scuole, aziende, istituzioni e studenti, per costruire una cultura della sicurezza consapevole e responsabile. Solo così potremo garantire ai nostri ragazzi un futuro di crescita professionale e personale, senza compromettere la loro salute e la loro vita.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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