Pcto: come la mancanza di sicurezza impatta il futuro degli studenti

Dopo l'incidente a Rieti, cresce la protesta contro l'alternanza scuola-lavoro: studenti in piazza chiedono tutele e la fine dello sfruttamento. Ma quali sono le reali alternative?

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  • Uno studente ha subito una frattura multipla durante un PCTO.
  • L'USB Scuola chiede l'abolizione immediata dell'alternanza scuola-lavoro.
  • L'inchiesta de L'Espresso denuncia sfruttamento e inadeguatezze nei PCTO.

Un giovane studente, impegnato in un percorso PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento) presso un’azienda di lavorazione del ferro, ha subito una frattura multipla al braccio a causa di un macchinario difettoso. L’incidente ha scatenato un’ondata di proteste e mobilitazioni studentesche in tutta Italia, con flash mob e manifestazioni organizzate davanti a numerosi istituti scolastici. Gli studenti, uniti sotto la bandiera della Rete degli Studenti Medi, hanno denunciato le condizioni di precarietà e sfruttamento a cui sono spesso sottoposti durante i percorsi di alternanza, chiedendo a gran voce l’abolizione definitiva dei PCTO. Le loro rivendicazioni sono state espresse attraverso slogan incisivi come “Non è scuola, non è lavoro” e “Zero sicurezza: chi paga il conto?”. La coordinatrice della Rete degli Studenti Medi di Padova ha sottolineato come le aziende, grazie all’alternanza scuola-lavoro, possano usufruire di manodopera gratuita e non tutelata, mettendo a rischio la sicurezza degli studenti. L’inchiesta aperta dalla Procura di Rieti dovrà fare luce sulle dinamiche dell’incidente e accertare eventuali responsabilità. Questo episodio ha messo in evidenza le falle di un sistema che, nato con l’obiettivo di avvicinare gli studenti al mondo del lavoro, si è trasformato, in molti casi, in un’occasione di sfruttamento e precarietà. Gli studenti chiedono che la scuola torni a svolgere il suo ruolo educativo e culturale, formando cittadini consapevoli anziché limitarsi a preparare manodopera a basso costo per le aziende. *È necessario ripensare radicalmente l’alternanza scuola-lavoro, garantendo la sicurezza e la dignità degli studenti.

Protocolli di sicurezza insufficienti e la richiesta di abolizione dei pcto

Nonostante i protocolli siglati tra il Ministero dell’Istruzione e del Merito e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, volti a garantire maggiore sicurezza durante le attività di alternanza scuola-lavoro, l’Unione Sindacale di Base (USB) Scuola continua a denunciare l’inefficacia di tali misure. L’USB Scuola, insieme alla Rete Iside Onlus, si batte da tempo contro un sistema che considera intrinsecamente fondato sullo sfruttamento. I tragici decessi di Lorenzo Parelli, diciottenne deceduto durante uno stage, e Giuseppe Leonci, sedicenne vittima di un incidente durante un apprendistato, rappresentano solo la punta dell’iceberg di una lunga serie di infortuni gravi che hanno coinvolto studenti durante ore di alternanza o altre attività lavorative spacciate per formazione. L’USB Scuola evidenzia come l’alternanza scuola-lavoro metta in discussione il ruolo stesso della scuola pubblica, che dovrebbe essere quello di formare persone e istruire i giovani, anziché trasformarli in manodopera a basso costo per le aziende. A parere dell’Unione Sindacale, l’unico modo per fermare infortuni e decessi durante l’alternanza scuola-lavoro è la sua abolizione immediata e definitiva. Si tratta di un sistema di sfruttamento che fornisce alle aziende forza lavoro gratuita e non offre agli studenti una vera formazione. L’USB Scuola sottolinea come i protocolli di sicurezza siano spesso insufficienti e abbiano carattere meramente propagandistico, senza incidere concretamente sulla realtà dei fatti. La sigla di questi protocolli coinvolge diverse figure istituzionali, tra cui i ministri competenti, il direttore dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) e il presidente dell’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL), ma ciò non basta a garantire la sicurezza degli studenti.

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  • ✅ Ottima iniziativa! L'alternanza scuola-lavoro può essere un'opportunità......
  • ❌ Inaccettabile! La sicurezza degli studenti viene prima di tutto......
  • 🔄 Forse stiamo sbagliando modello? Dovremmo ripensare il concetto di......

Sfruttamento e inadeguatezze: la denuncia de l’espresso

La testata L’Espresso ha condotto un’inchiesta approfondita sul tema dell’alternanza scuola-lavoro, evidenziando come questa sia diventata, in molti casi, un’occasione mancata e rischiosa, più che un’opportunità formativa. L’inchiesta rivela come gli studenti vengano spesso impiegati come “tuttofare gratis”, senza controlli e garanzie, con poche prospettive per il futuro occupazionale. Si tratta di un sistema che punta più allo sfruttamento della manodopera a costo zero che alla formazione di veri apprendisti. L’Espresso sottolinea la distanza tra gli annunci e la realtà concreta, denunciando le inadeguatezze quotidiane e le gravi conseguenze che possono derivare da un sistema mal gestito. Da un lato, un contesto occupazionale stagnante che privilegia la contenzione dei costi operativi rispetto all’innovazione; dall’altro, un sistema formativo incapace di aggiornarsi per mancanza di fondi e insensibile alle istanze degli studenti. Le lacune del sistema educativo e la sua incapacità di soddisfare le esigenze di coloro che ne fanno parte quotidianamente sono manifeste. L’Espresso riporta le denunce degli studenti, che lamentano scarsa formazione, scarsa sicurezza e scarso monitoraggio durante i percorsi di alternanza. La testata cita i tragici casi di Lorenzo e Giuseppe, morti sul lavoro, e il caso di un diciassettenne ustionato in un’officina, per evidenziare i rischi connessi a un sistema che non tutela adeguatamente la sicurezza degli studenti. Le proteste degli studenti, i cortei, gli scioperi e le occupazioni non hanno portato a cambiamenti significativi. Nonostante le dichiarazioni dei ministri, la situazione è rimasta sostanzialmente invariata. Il Ministro dell’Istruzione Bianchi ha provato a distinguere tra gli stage per chi frequenta gli istituti del sistema regionale di istruzione e formazione professionale e i PCTO per le altre scuole secondarie di II° grado statali, ma la sostanza non cambia.

Contrastare lo sfruttamento per un futuro migliore

L’alternanza scuola-lavoro, nata con le migliori intenzioni, si è spesso trasformata in un’esperienza negativa per molti studenti, aprendo le porte allo sfruttamento e alla precarietà. È fondamentale che le istituzioni, le scuole e le aziende si assumano le proprie responsabilità e collaborino per garantire un futuro migliore ai giovani. Bisogna ripensare radicalmente il sistema dell’alternanza scuola-lavoro, mettendo al centro la sicurezza, la dignità e la formazione degli studenti. È necessario investire in controlli più efficaci, sanzioni più severe per le aziende che sfruttano la manodopera minorile e una maggiore consapevolezza dei diritti da parte degli studenti.* La scuola deve tornare a svolgere il suo ruolo educativo e culturale, formando cittadini consapevoli e preparati ad affrontare le sfide del mondo del lavoro. Solo così potremo contrastare l’ombra lunga dello sfruttamento e garantire un futuro migliore per le nuove generazioni.

Amici, parliamoci chiaro: l’alternanza scuola-lavoro, così come è stata spesso implementata, ha mostrato delle criticità. Un concetto base da tenere a mente è che la formazione deve sempre essere al servizio della crescita personale e professionale dello studente, non viceversa. Un’idea più avanzata sarebbe quella di integrare nei percorsi di alternanza dei momenti di riflessione critica sul mondo del lavoro, stimolando gli studenti a sviluppare una coscienza critica e a difendere i propri diritti.

Ma la riflessione più profonda che possiamo fare è questa: siamo sicuri che il modello di “successo” che stiamo proponendo ai nostri giovani sia quello giusto? Non è forse il momento di ripensare il concetto stesso di lavoro, valorizzando la creatività, la passione e il benessere individuale? Forse, solo così potremo creare un futuro in cui il lavoro non sia più una fonte di stress e sfruttamento, ma un’opportunità di realizzazione personale e di contributo alla società.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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