Cinema a scuola: perché Valditara dovrebbe crederci di più?

Le 'Giornate Nazionali del Cinema per la Scuola' a Palermo rivelano un potenziale inespresso nell'educazione all'immagine, ma serve un cambio di passo politico e un investimento più strutturale.

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  • Oltre 104 milioni di euro investiti dal 2018 in educazione all'immagine.
  • Solo 600.000 alunni italiani coinvolti, contro i 2 milioni francesi.
  • Servono 2 ore settimanali di educazione all'immagine in ogni scuola.

L’eco delle “Giornate Nazionali del Cinema per la Scuola” a Palermo: Un’analisi critica e una proposta innovativa

Dal 24 al 26 settembre 2025, Palermo è stata il cuore pulsante dell’innovazione didattica, ospitando la terza edizione delle “Giornate Nazionali del Cinema per la Scuola”. Questa manifestazione, promossa in collaborazione tra il Ministero della Cultura (Mic) e il Ministero dell’Istruzione e del Merito (Mim), con la cooperazione dell’Ufficio Scolastico Regionale della Sicilia (Usr), ha offerto un’opportunità fondamentale per discutere e mettere alla prova nuove strategie nell’istruzione all’immagine all’interno del panorama scolastico italiano. L’iniziativa si colloca sulla scia delle quattro edizioni dei bandi “Cips” (Cinema e Immagini per la Scuola), un programma focalizzato sull’integrazione del linguaggio cinematografico e audiovisivo nei percorsi formativi.

Nonostante la rilevanza dell’evento e i suoi possibili vantaggi, l’eco mediatico è stato sorprendentemente basso, una sorte simile al recente declino dell’occupazione nel comparto cine-audiovisivo, che nel 2024 ha subito una drastica riduzione del 90%. Questa limitata visibilità sui media contrasta fortemente con l’importanza dell’iniziativa, che si pone in opposizione alla posizione del Ministro Giuseppe Valditara, noto per le sue riserve riguardo all’uso del digitale e degli smartphone in classe.

I numeri e le sfide dell’educazione all’immagine

La Sottosegretaria Lucia Borgonzoni, durante l’apertura dell’evento, ha fornito dati rilevanti sull’impegno governativo nel settore: oltre 104 milioni di euro di finanziamenti pubblici a partire dal 2018, quasi 2.000 iniziative portate a termine, 1,7 milioni di alunni e 115.000 insegnanti coinvolti in 10.000 sedi scolastiche. Pur riconoscendo la significatività di tali cifre, è essenziale evidenziare che si tratta di dati complessivi, relativi a interventi non continuativi. È necessario superare la logica occasionale e integrare stabilmente queste attività nei piani didattici, passando da una fase sperimentale a una strutturale.

Un’ulteriore sfida cruciale risiede nell’estensione di queste iniziative a tutte le istituzioni scolastiche del paese, dall’infanzia alle superiori. Attualmente, il sistema scolastico italiano annovera circa 7.600 istituti statali, per un totale di più di 40.000 plessi. L’obiettivo primario è assicurare che ogni studente possa accedere a un’istruzione all’immagine e al digitale di elevata qualità, superando una lacuna culturale che caratterizza la scuola italiana.

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  • Finalmente un'iniziativa concreta per portare il cinema a scuola... 🎬...
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Le radici storiche e le prospettive future

Le fondamenta dei progetti “Cips” risalgono alla “Legge Buona Scuola” del 2015 e alla “Legge Cinema e Audiovisivo” del 2016, che ha destinato il 3% del Fondo annuale Cinema e Audiovisivo (700 milioni di euro) al “cinema nelle scuole”. Ciò nonostante, la normativa del 2015 includeva anche l’incentivazione del cinema e dell’espressione artistica visiva come strumenti pedagogici, prevedendo la possibilità di accordi tra ministeri per iniziative legate a musica, teatro e danza. Malgrado le “leggi delega” sullo spettacolo del 2017 e del 2022 prevedano il 3% del Fondo Nazionale per lo Spettacolo dal Vivo (Fnsv) a favore di teatro, musica e danza nelle scuole, i decreti attuativi non sono mai stati emanati.

Un aspetto positivo dei bandi “Cips” è rappresentato dalla “valutazione di impatto”, uno strumento per garantire trasparenza e controllo nell’utilizzo delle risorse pubbliche. Tuttavia, le tempistiche burocratiche costituiscono un punto debole, con ritardi nella pubblicazione dei risultati dei bandi territoriali e scolastici, che possono influire negativamente sulla pianificazione didattica. Per l’anno scolastico 2025-26, con 24 milioni di euro disponibili, sono giunte oltre 900 richieste, indicando un fabbisogno teorico di 77 milioni. È fondamentale incrementare la quota destinata al cinema nelle scuole, dato che la legge prevede “almeno il 3%” del Fondo Cinema e Audiovisivo.

Un appello all’innovazione e alla visione

Si auspica che il Ministro Giuseppe Valditara dimostri una maggiore fiducia nell’iniziativa “Cips”. Sebbene la responsabilità politica sul “territorio” del cinema nella scuola sia affidata alla Sottosegretaria Borgonzoni, anche Fratelli d’Italia dovrebbe appoggiare questi percorsi di alfabetizzazione audiovisiva, multimediale e digitale. I programmi Cips devono raggiungere tutti gli istituti scolastici, senza limitarsi a un numero ristretto. In Francia, da trent’anni, più di 2 milioni di studenti partecipano ogni anno a progetti simili, mentre in Italia, nell’ultima edizione, sono stati coinvolti soltanto 600.000 alunni.

Verso un futuro di alfabetizzazione digitale: Un imperativo educativo

I Ministri Alessandro Giuli e Giuseppe Valditara sono chiamati ad agire con audacia e prospettiva, introducendo finalmente un minimo di due ore settimanali dedicate all’educazione critica alle immagini e al digitale in ogni istituzione scolastica italiana. Tale proposta, presentata da esperti del settore, rappresenta un passo essenziale per preparare i giovani alle sfide e alle opportunità del mondo contemporaneo, nel quale le immagini e i media digitali rivestono un’importanza sempre maggiore.

L’istruzione evoluta, in questo scenario, non si limita alla mera acquisizione di abilità tecniche, ma mira a sviluppare un pensiero critico e una consapevolezza dei linguaggi audiovisivi e digitali. L’alternanza scuola-lavoro, gli stage curricolari e i corsi di studio extra-universitari professionalizzanti possono contribuire a integrare la formazione formale con esperienze pratiche nel mondo del lavoro, preparando i giovani a diventare cittadini attivi e consapevoli.

Un concetto essenziale di educazione avanzata, applicabile al tema dell’articolo, è che l’abilità di comprendere e utilizzare il digitale non si limita all’impiego degli strumenti tecnologici, ma include la capacità di comprendere come questi strumenti condizionano la nostra percezione della realtà e le nostre interazioni sociali. Un’idea ancora più approfondita è che l’educazione mediatica deve incoraggiare l’abilità di decostruire i messaggi, di identificare le fonti e di valutare attentamente le informazioni, al fine di contrastare la disinformazione e le notizie false.

Riflettiamo: in un’epoca in cui siamo costantemente sommersi da immagini e informazioni digitali, quanto siamo realmente consapevoli dell’impatto che hanno sulle nostre vite? Quanto siamo preparati a navigare in questa vastità di dati e a distinguere il vero dal falso? L’educazione critica alle immagini e al digitale non è solo un’opportunità, bensì un obbligo per il futuro dei nostri giovani e della nostra società.
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*FRASI RIFORMULATE:

*Verso il completamento, circa duemila iniziative hanno visto la luce, coinvolgendo milioni di discenti e
*Iniziative ultimate, svariati milioni di studenti hanno preso parte e*


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